Anni fa, ho fatto un lungo viaggio in Florida con la mia famiglia.
Miami è stata una dolce scoperta: il clima caraibico ci permetteva di andare a maniche corte in quello che per noi era pieno inverno ed ogni giorno andavamo alla scoperta di posti nuovi che mi lasciavano incantata per la bellezza e l'unicità della natura.
Come sempre accade quando sono in "modalità escursione", però, è stato l'incontro con le persone a lasciare in me la traccia più profonda.
Ogni viaggio, infatti, è un'occasione imperdibile per conoscere un po' meglio l'essere umano e, perché no, per scoprire anche delle parti nascoste di me che non aspettano altro che l'occasione giusta per emergere.
Spero che questo mio piccolo racconto porti un po' di leggerezza a chi legge, insieme alla possibilità di immaginare luoghi lontani e diversi in un momento in cui siamo tutti impossibilitati a viaggiare.
Spero anche che i miei pensieri stimolino le solite domande sulle nostre abitudini di pensiero e sulle mille cose che vorremmo e potremmo cambiare nelle nostre vite, persino senza muoverci di un metro dal nostro isolato!
Buona lettura :)
Take the Bus and... Take your time!
Sono entrata in un sogno qui in America, il sogno di ogni bambino. E non visitando Magic Kingdom, che pure è stata una bella esperienza, ma salendo su un anonimo "bus".
A Miami funziona così: se vuoi prendere il "bus" gli fai un cenno dalla fermata ed esso si ferma.
Fin qui tutto uguale.
Stranamente, però, a Miami puoi salire su senza violentare il muro umano che nei tram romani si stipa contro le entrate (e le uscite) e trovi anche posto a sedere.
Prima di prendere posto, l'autista ti saluta e ti chiede come stai.
Già lì pensi di stare su "Candid Camera" o qualche programma simile dove ti prendono per il bavero e ti guardi in giro un po' sospettoso. Non vedendo movimenti sospetti, rispondi "Ciao, fine thank you, l'America is great" ... mischiando un po' le lingue così il pover uomo capisce che, quando e se chiederai indicazioni stradali, non dovrà partirti di "slang" a tutta canna.
Per fare il biglietto non devi girare seicento tabaccherie sempre chiuse quando hai bisogno, ma puoi farlo direttamente sul bus.
Se sai quanto devi mettere nella macchinetta lo fai da solo, altrimenti lui/lei (tantissime donne) ti aiuta, e tu puoi infilare le banconote al contrario o starci anche un secolo a scegliere le monetine giuste e nessuno dei passeggeri sclera.
Se c'è una persona diversamente abile alla fermata, l'autista si ferma, prepara lo spazio per la sedia a rotelle (tante macchinine elettriche) piegando i normali sedili, poi con tranquillità scende e mette la pedana speciale per far salire la persona.
Se sei un amante della bicicletta la puoi sistemare nel porta-bici situato sul muso del bus, e tutti aspettano senza emettere un fiato che la appendi e che la togli (immagina qui i commenti ... "dajeeee bbelloooo, 'nnamooo!!).
Ciò che mi ha colpito di più però, è stata una piccola cosa.
Una vecchietta è salita e con calma è andata a sedersi sugli ultimi sedili, senza avvinghiarsi alle maniglie, senza tuffarsi sul primo posto libero. Solo pochi secondi dopo ho capito perché: lo sguardo dell'autista la seguiva nello specchietto retrovisore. Il bus non è partito finché la donna non si è messa comoda, e lei, sapendo quello sguardo premuroso su di sé, prendeva il suo tempo.
Qui usa molto dire alle persone "Take your time".
Credo che sia bellissimo regalare tempo e rispettare il tempo degli altri, ed in questo, purtroppo, abbiamo molto da imparare.
Sono entrata in un sogno. Non era Magic Kingdom.
Era un paese dove ogni bambino vorrebbe prendere l'autobus e coltivare il proprio tempo.
E a te succede di avere la sensazione di essere padrone del tuo tempo?
Quante volte ti accade?
C'è un episodio significativo che vuoi raccontarmi?
Scrivi una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. con i tuoi pensieri sul tempo, leggerò con cura ogni racconto!